venerdì 30 maggio 2008

Big Sur Artshowcase presenta

FACES

I mille volti del gioco grafico

Lecce 25 maggio/22 giugno

Biblioteca Munari Manifatture Knos


I segni creano i volti e i volti raccontano le storie.
Forme elementari disposte
in infiniti rapporti spaziali e cromatici
all’interno di un campo visivo,
fanno emergere
dalla superficie del foglio bianco
volti, espressioni, emozioni,
identità, personaggi che portano
in sé una storia.

Giocare è una cosa seria!
(Bruno Munari)

Spigoli, angoli e rotondità. Rintocchi di giochi antichi, elementi così semplici da mettere alla prova la creatività. Il foglio bianco diventa contenitore di un contenuto: i segni esprimono le differenze nei visi, raccontano storie di personaggi dagli occhi grandi e labbra come cuori, ci dicono della fierezza o dell’orgoglio dal tratto del naso, misurano la bontà dal taglio della bocca, dalla vivacità dagli occhi.
I visi hanno una voce che esprime l’interiorità, mettono in relazione esteriore ed interiore di noi, corpo e anima. Quella voce rivela ciò che la parola non esprime, è poetica, emozione che suscita suono silenzioso, poesia.

I segni creano i volti e i volti raccontano le storie. Questa curiosa filosofia chiamata fisiognomica, o scienza della natura, va ad esplorare una particolare regione, il territorio del volto.

La regina ha la corona, il giovanotto ricci capelli, neri o biondi due fratelli. I triangoli diventan ciglia, due biglie le pupille…
Sfavillante, sorpreso e stellato. Il giallo arancio l’ha riscaldato, tenero rosa, magico rosso, il verde cambia a secondo del grado.

Così come l’azione dà vita ed espressione al segno, così il colore lo vivifica definendo attraverso la tinta l’umore del personaggio. Anche la luminosità del colore, la forza cromatica varierà a secondo gli accostamenti scelti.
A questo punto diventiamo i registi del nostro racconto fatto di triangoli, rettangoli, cerchi, curve e poligoni. e saranno proprio questi attori e la loro disposizione a ‘disegnare’ l’identità del personaggio.

Bruno Munari, uno dei massimi protagonisti dell'arte, del design e della grafica del ventesimo secolo, definirebbe questo gioco serissimo “Maestria della leggerezza”. Leggerezza, un tocco di curiosità infantile ed ironia applicate alla quotidianità allenano l’occhio a guardare le cose in maniera differente, a trasformare l’ordinario in una realtà straordinaria da noi ri-creata.

“Faces” è il risultato del laboratorio “I mille volti del gioco grafico” curato da Big Sur all’interno dell’Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore Antonietta de Pace di Lecce, a conclusione del progetto ministeriale di Alternanza Scuola Lavoro, ed ha coinvolto undici studenti del terzo anno del Settore Grafico Pubblicitario.

Questo mostra raccoglie i divertenti “volti” realizzati attraverso l’utilizzo di software per la grafica, accompagnati da frammenti di storie tratte da canzoni, fiabe e altri racconti che i ragazzi hanno voluto associare alle particolari personalità emerse dal gioco grafico.

Hanno lavorato per “Faces” gli studenti Giampiero D’Amanzo, Maria De Leo, Mattia Franco, Aneta Krzysztofik, Marika Impalea, Davide Ivagnes, Andrea Millimaci, Aleksandra Okaz, Mario Rampino, Fabrizio Signore, Alessandra Tana.

Monica Maggiore


www.bigfaces.it

"faces" che preferisco



Non mi sono mai aperto in questo modo La vita è nostra, la viviamo a modo nostro non è solo per dire tutte queste parole E non importa nient'altro Fidati, io cerco e trovo in te Ogni giorno per noi è qualcosa di nuovo Mente aperta per un modo diverso di vedere le cose E non importa nient'altro da "Nothing else matters", Metallica






"Sono una principessa" disse. "Questo poi lo stabiliremo noi!" pensò la vecchia regina. Andò in una camera, disfece il letto completamente e ci mise in fondo un pisello. Poi prese venti materassi, li pose uno sull'altro sopra il pisello e ancora vi aggiunse venti soffici piumini. "Dormirete qui, principessa" disse la vecchia regina accompagnando la fanciulla in quella stanza. La mattina di poi le chiesero: "Avete riposato bene, principessa?" "Per niente! Non sono riuscita a chiudere occhio! Chissà mai che cosa c'era in quel letto: qualche cosa di duro che mi ha ridotta tutto un livido una vera tortura." da "La principessa sul pisello" di Hans Christian Andersen

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